Avvocati penali – Bullismo e cyberbullismo: quando è stalking?
Avvocati penali – Alcuni minorenni che avevano commesso atti di bullismo ai danni di un compagno di scuola sono stati condannati per il reato di atti persecutori (cosiddetto stalking – art. 612 bis c.p.) .
La Corte di Cassazione ha affermato che gli atti posti in essere nei confronti della vittima integravano pienamente il reato in questione, essendo sufficiente l’aver causato nella persona offesa di un grave e perdurante stato di ansia o di paura, come emerso dalle dichiarazioni della stessa vittima del reato.
Il bullismo è stato definito una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione come bersagli facili e/o incapaci di difendersi.
Il termine è utilizzato per riferirsi a fenomeni di violenza tipici degli ambienti scolastici, e più in generale di contesti sociali riservati ai più giovani.
Negli ultimi anni il fenomeno ha spesso trovato realizzazione mediante il cyber-bullismo.
Comportamenti simili, in altri contesti, sarebbero probabilmente identificati con altri termini, come mobbing in ambito lavorativo.
La sentenza riportata si spinge per la prima volta a configurare negli atti di bullismo il delitto di atti persecutori o stalking.
Cassazione penale, sezione V, sentenza 8 giugno 2017, n. 28623
A questo link la pagina dedicata al bullismo sul sito del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca.
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